Mostra “Di sali d’argento e pixel. Venticinque anni di fotografia”
Dal 13 settembre 2024 la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre ospita, presso la propria sede al primo piano di Palazzo Cappa Cappelli a L’Aquila, la mostra “Di sali d’argento e pixel. Venticinque anni di fotografia” di Danilo Balducci, a cura di Antonio Di Cecco.
In mostra una selezione degli ultimi lavori di Balducci, i quali conducono lo spettatore a scambiare quasi uno sguardo con i soggetti delle opere: le immagini mostrano non solo quello che è davanti all’obiettivo ma restituiscono la sensibilità e la volontà di cercare un dialogo e diventare parte delle storie che l’artista vuole raccontare. L’artista, attraverso il linguaggio del reportage, dal 1998 continua a raccontare storie e luoghi lontani metaforicamente e materialmente dalla nostra quotidianità ma accomunate dal medesimo soggetto, l’essere umano: un mosaico di vicende, gesti e azioni che documentano e diventano, al contempo, memoria collettiva.
Un percorso volto anche alla scoperta dell’evoluzione della fotografia, della sua storia e delle sue origini. La vita diventa così una serie di situazioni, espressioni e luoghi da catturare, appunto, di sali d’argento e pixel: un’invenzione che ha stravolto totalmente il modo di concepire le immagini . Un modo, dunque, anche per apprezzare lo sviluppo della fotografia dal punto di vista delle tecniche e delle tecnologie utilizzate al fine di ottenere un’immagine quanto più possibile fedele alla realtà.
“Di sali d’argento e pixel”, di questi elementi sono composte le fotografie. I sali sono microscopici cristalli di argento sensibili alla luce che, mescolati con la gelatina e poi spalmati sulla pellicola – un sottile nastro di materiale trasparente – permettono di registrare le immagini fotografiche. I pixel del sensore della macchina fotografica digitale invece sono elementi in grado di convertire la luce di una immagine ottica in un segnale elettrico. Lo sa bene Danilo Balducci che da 25 anni si confronta con i differenti processi fotografici.
La mostra propone un percorso ed un ritmo visivo che portano lo spettatore a scambiare quasi uno sguardo con soggetti che Balducci ha rappresentato attraverso il suo obiettivo. Le fotografie, siano esse stampate con processi artigianali in camera oscura o con moderni getti d’inchiostro, mostrano non solo quello che è davanti all’obiettivo ma restituiscono la sensibilità e la volontà di cercare un dialogo e diventare parte delle storie che il fotografo ci vuole raccontare.
La finalità dell’evento è avvicinare il pubblico al linguaggio fotografico e al valore delle immagini di reportage e, non ultimo, di riflettere sull’evoluzione del processo di produzione e stampa delle immagini fotografiche. Le tecniche artigianali proprie della camera oscura – che per l’occasione sarà allestita nel percorso espositivo – dialogheranno con le più recenti stampe realizzate attraverso moderni processi elettronici. Un’occasione per immergersi nel mondo della fotografia e comprenderne tecniche e tecnologie.
Il progetto è parte del programma degli eventi della 730° Perdonanza Celestiniana e si avvale del patrocinio del Comune de L’Aquila – L’Aquila Capitale della Cultura 2026. Inoltre la mostra è inserita nel progetto SHARPER finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito dei progetti Notte Europe dei Ricercatori 2024.