Dal suo primo ingresso in tribunale nel 1986, il DNA è diventato un elemento importante e a volte decisivo nella risoluzione di complessi casi forensi. Il progresso scientifico ha permesso di incrementare le informazioni acquisibili da una traccia rivenuta sulla scena di un crimine. Ad oggi, è possibile predire non solo l’età del donatore di una traccia ma anche le sue caratteristiche fisiche e l’origine biogeografica, a partire dai soli dati genetici (DNA Phenotyping). Una parte della ricerca si concentra ad identificare e validare nuovi marcatori genetici così da implementare e migliorare i test in uso. Tra questi, i microaplotipi sembrano essere i più promettenti poichè utilizzabili in diversi ambiti forensi (identificazione personale, ricostruzione linee parentali, deconvoluzione tracce miste) e applicabili anche all’analisi del DNA degradato a partire da differenti substrati biologici. Questi e molti altri temi, oggetto di studio del laboratorio di genetica forense, saranno presentati nel corso dell’evento.